Dopo i primi cento giorni di pratica del sistema Hek Ki Boen Kun Tao, possiamo assicurare i primi risultati a livello di rafforzamento dei tendini, minor utilizzo di forza a fronte di un considerevole aumento dell'energia trasmessa ed una notevole progressione della capacità di combattimento dalla corta distanza.

A proposito di fisiologia, due parole sui tendini, la cui importanza nell'Hek Ki Boen è fondamentale. La complessità della struttura di un tendine (che vedete nell'immagine) è molto importante in quanto la sua funzione fondamentale è quella di trasmettere la forza creata dal muscolo all’osso per rendere possibile il movimento articolare. Ciò è determinato dalla macro e microstruttura complessa dei tendini e delle fibre tendinee.
Durante le varie fasi del movimento, i tendini sono esposti a forze longitudinali oltre che traversali e rotazionali. Inoltre, devono essere in grado di sopportare le contusioni e le compressioni. La struttura interna tridimensionale delle fibre forma un sistema tampone contro le forze di varie direzioni e quindi evita il danno e la rottura delle fibre.
L’alterazione delle forze fisiche che influenzano un tendine per aumento o riduzione del carico tensionale o compressivo determina una variazione marcata e prevedibile della composizione e della struttura tendinea. In generale i segmenti tensionali possono avere una maggiore capacità di risposta e di rigenerazione rispetto alle zone pressorie.
In particolare è bene porre la massima attenzione alle giunzioni osteotendinee, le strutture anatomiche in cui il tendine si inserisce sull’osso e trasmette la forza proveniente dalla contrazione muscolare. Questo tipo di giunzione si può suddividere in 4 zone (visibili al microscopio ottico): Tendine, Fibrocartilagine, Fibrocartilagine mineralizzata e Osso.
La fibrocartilagine consente la crescita dell’osso nel punto d’inserzione ed è separata dalla fibrocartilagine mineralizzata da un margine chiamato “linea di cemento”. La rigidità (potenza tensionale) e l’adeguata elasticità (resistenza alla deformazione e alla compressione) proteggono la giunzione da eventuali lesioni che tuttavia possono verificarsi e determinare la comparsa di fenomeni flogistici e degenerativi.
Durante le varie fasi del movimento, i tendini sono esposti a forze longitudinali oltre che traversali e rotazionali. Inoltre, devono essere in grado di sopportare le contusioni e le compressioni. La struttura interna tridimensionale delle fibre forma un sistema tampone contro le forze di varie direzioni e quindi evita il danno e la rottura delle fibre.
L’alterazione delle forze fisiche che influenzano un tendine per aumento o riduzione del carico tensionale o compressivo determina una variazione marcata e prevedibile della composizione e della struttura tendinea. In generale i segmenti tensionali possono avere una maggiore capacità di risposta e di rigenerazione rispetto alle zone pressorie.
In particolare è bene porre la massima attenzione alle giunzioni osteotendinee, le strutture anatomiche in cui il tendine si inserisce sull’osso e trasmette la forza proveniente dalla contrazione muscolare. Questo tipo di giunzione si può suddividere in 4 zone (visibili al microscopio ottico): Tendine, Fibrocartilagine, Fibrocartilagine mineralizzata e Osso.
La fibrocartilagine consente la crescita dell’osso nel punto d’inserzione ed è separata dalla fibrocartilagine mineralizzata da un margine chiamato “linea di cemento”. La rigidità (potenza tensionale) e l’adeguata elasticità (resistenza alla deformazione e alla compressione) proteggono la giunzione da eventuali lesioni che tuttavia possono verificarsi e determinare la comparsa di fenomeni flogistici e degenerativi.
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